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ESAMI ABILITANTI: NELL’ANNO DI COVID-19 GLI AGROTECNICI REGISTRANO UN “BOOM” DI DOMANDE

Roma, 24 giugno 2020.
Le previsioni del numero dei candidati agli esami abilitanti 2020 alla professione di Agrotecnico e di Agrotecnico laureato era stimato tutto al ribasso, in relazione a molti fattori (anzitutto l’epidemia da COVID-19 ma anche per alcuni, assurdi provvedimenti governativi che comportano l’espulsione dei liberi professionisti agrari da un significativo settore dei servizi tecnici); del resto anche i recenti “Stati generali” dell’economia hanno ipotizzato una paurosa perdita di posti di lavoro nel settore delle libere professioni (addirittura stimato nel 20% di quelli attuali).
Con i suoi circa 950 candidati ogni anno, l’Albo degli Agrotecnici non solo si è stabilmente posizionato al primo posto nel settore delle professioni agrarie (gli altri Albi “competitor” sono quelli degli Agronomi e Forestali, con 600 candidati circa all’anno, e dei Periti agrari con 300-350 candidati), mantenendo la prima posizione ininterrottamente negli ultimi otto anni.
Nel 2019 la primizia degli Agrotecnici aveva ricevuto una significativa conferma, nel fatto di avere, da soli, raccolto più del 50% delle preferenze dei candidati agli esami abilitanti ad una professione agraria.
Per il 2020 tuttavia, in relazione ai molti concomitanti negativi eventi, il Collegio Nazionale dell’Albo aveva stimato il numero dei candidati in riduzione rispetto agli anni precedenti ma invece è accaduto il contrario: il numero delle domande è pervenuto da subito copioso e già alla data di ieri era stata superata la soglia “simbolica” dei 1.000 candidati, un livello mai raggiunto nella storia dell’Albo.
Inoltre, benchè il flusso delle domande spedite con le tradizionali raccomandate sia ormai esaurito, è possibile che ne pervengano di ulteriori. I dati definitivi saranno noti martedì 30 giugno.
Fra i titoli di studio sono in aumento i laureati (sia lauree di primo livello, in aumento di circa due punti percentuali, che lauree magistrali), i diplomati “periti agrari” (anch’essi in crescita di due punti percentuali rispetto all’anno precedente). In calo invece le domande provenienti dai tradizionali diplomati “agrotecnici”, confermando quindi il carattere interdisciplinale e la profonda evoluzione che l’Albo ha saputo realizzare in questi anni.