CAA/AGEA: SI SCHIERA ANCHE LA CASSA DI PREVIDENZA DEGLI AGROTECNICI
Se fino alla settimana scorsa il Collegio Nazionale degli Agrotecnici e degli Agrotecnici laureati era da solo a fronteggiare la pretesa di AGEA di escludere tutti i professionisti dai CAA (fra lo stupore generale si è infatti appreso che gli altri due Albi di settore non avevano presentato ricorso in difesa dei propri iscritti), adesso il quadro è cambiato: gli Agrotecnici non sono più soli.
A fianco del Collegio Nazionale si è per primo schierato il CUP-Comitato Unitario dei Professionisti la principale organizzazione dei liberi professionisti, con 1,1 milioni di iscritti, guidato da Marina CALDERONE ed alla quale il Collegio degli Agrotecnici aderisce da sempre. La decisione del CUP, non usuale, si è determinata in ragione del principio che qui è messo in discussione: il diritto dei liberi professionisti di poter svolgere pacificamente la loro attività, senza discriminazioni.
AGEA infatti, a partire dal 31 marzo prossimo impedirà a tutti i liberi professionisti di operare nel settore dei CAA-Centri Agricoli di Assistenza, obbligandoli così alla chiusura dell’attività, in favore dei CAA (tipicamente quelli sindacali e/o datoriali) che utilizzano solo dipendenti.
Oggi questa assurda misura viene applicata alle professioni del settore agrario, una volta introdotto il principio, un domani potrebbe essere applicato a qualsiasi altra professione, di qualunque settore.
Il CUP interverrà ad adjuvandum, cioè a sostegno del ricorso presentato dal Collegio Nazionale degli Agrotecnici e degli Agrotecnici laureati.
Nello stesso modo, questa mattina, il Comitato Amministratore della Cassa di previdenza Agrotecnici/ENPAIA ha deliberato di intervenire a sua volta.
Presieduta dal Dott. Giorgio PIAZZA e guidata dal Direttore generale Dott. Roberto DIACETTI, la Gestione previdenziale, su proposta del Coordinatore del Comitato Agr. Dott. Alessandro MARASCHI, ha deciso l’intervento.
Anche in questo caso le motivazioni sono chiare: se i liberi professionisti perderanno il proprio lavoro, come prevede la Convenzione AGEA, anche la Cassa di previdenza ne avrà un danno rilevante. Essi infatti si cancelleranno oppure, anche rimanendo iscritti, avranno un calo importante del loro fatturato e conseguentemente della contribuzione previdenziale.
Così sintetizza l’intervento l’Agr. Dott. Alessandro MARASCHI “La Gestione previdenziale degli Agrotecnici e degli Agrotecnici laureati è sempre stata al fianco ed a supporto dei propri iscritti, che ora più che mai devono essere sostenuti e difesi nel diritto di poter svolgere liberamente l’attività da loro legittimamente scelta. Non è possibile discriminare un tecnico agrario in base alla figura giuridica -dipendente o lavoratore autonomo- con cui opera”.
Si è dunque, secondo Maraschi, in presenza di una aperta violazione dell’art. 4 della Costituzione, che garantisce il diritto al lavoro di tutti i cittadini. Va ricordato che la Gestione previdenziale degli Agrotecnici e degli Agrotecnici laureati rappresenta una eccellenza nel panorama previdenziale italiana; è infatti la prima Cassa ad avere rivalutato il rendimento dei contributi (che ha effetti sull’aumento delle pensioni finali) in misura largamente superiore agli indici di legge (in alcuni anni anche del triplo), così garantendo ai propri iscritti, a parità di contributi versati -e dunque senza oneri ulteriori-, pensioni finali più elevate.
La Gestione previdenziale degli Agrotecnici, negli ultimi otto anni (2012-2019), ha fatto registrare un incremento dei nuovi iscritti (nuove P.IVA in attività) pari al +6,60% medio annuo. Un risultato che non trova riscontro in nessuna altra categoria professionale e che dimostra come gli Agrotecnici siano la categoria maggiormente capace di creare ricchezza e lavoro.
Questo percorso virtuoso verrebbe bruscamente interrotto dall’effettiva applicazione della nuova Convenzione AGEA, e sarebbe un danno per tutto il Paese.